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A partire dalla morte di Mao Zedong nel 1976 la Cina sperimentò una trasformazione epocale. La fazione denghista in ascesa, oltre ad integrare elementi di mercato e di commercio estero nell'economia socialista nazionale, propugnò una "transizione strategica" che in ambito militare comportò il passaggio da una dottrina militare maoista di "guerra popolare" ad una di "guerra popolare in condizioni moderne" e, poi, di "guerra locale". Il lavoro analizza, pertanto, come questa storica transizione politico-strategica abbia influenzato la politica nucleare di Pechino tra il 1976 e il 1985 e quali siano stati in questo settore gli elementi più importanti di continuità o di discontinuità con il passato maoista.